Leggendo gli articoli di cronaca che riportano le tragiche notizie degli assalti ai portavalori, non si può far a meno di notare l’enorme differenza tra le armi utilizzate dagli assalitori e quelle delle guardie giurate. Queste ultime hanno sempre e solo pistole semiautomatiche, in qualche caso revolver, e raramente sono equipaggiate con armi lunghe. Gli assalitori usano quasi sempre invece armi lunghe, tipo fucili a pompa, Kalashnikov e in alcuni casi hanno anche mitragliette, armi militari e ordigni esplosivi. Senza tener conto, poi, della superiorità numerica che prevale ampiamente per gli assalitori.
Flussi e Reflussi
Lo spazio della provocazione birichina dove affrontare le questioni che, ripetendosi in corsi e ricorsi storici, stanno sempiternamente sul gozzo…causando sempiterno reflusso.Il luogo privilegiato dove detonare nuove idee… in chiaro o in scuro.
Qualcosa non ti va giù? Sottoponi alla redazione le tue idee: vogliamo sentire la tua voce obliqua.
ATTENZIONE: per dar corso alle numerose richieste che ci pervengono dai lettori, ci occorrono le generalità del mittente e l’Istituto/Agenzia di appartenenza. Ovviamente non verranno divulgate (è una norma precauzionale contro perditempo e richieste fasulle): www.vigilanzaprivataonline.com si impegna sempre a garantire l’anonimato di chi fa sentire la propria voce.
Cash in transit/War in transit: il destino del trasporto valori
Cash in transit, o per meglio dire war in transit.
Al grido di “lotta al contante”, si è infatti aperto il seminario di Banca d’Italia sull’evoluzione della funzione di emissione del contante. Una guerra che danneggia, ovviamente, chi il contante lo tratta e lo trasporta.
Sì all’intermediazione pura, no ai network con rappresentanza
Ne parliamo con Franco Tumino, Presidente ANCST – LEGACOOP
Qual è la posizione di Legacoop in materia di network e quali sono le vostre proposte di riforma?
Siamo da tempo per l’abolizione. Naturalmente, nulla vieta una pura attività di intermediazione(mandato senza rappresentanza): ciò che va considerato patologico è la sottoscrizione di contratti (mandato con rappresentanza) da parte di soggetti privi di licenza ex art. 134, quindi in ogni caso non in grado di svolgere i servizi ed obbligati a subappaltare.
Nel nuovo assetto, i network servono solo a speculare
Ne parliamo con Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza
Qual è la posizione di Federsicurezza in materia di network e quali sono le vostre proposte di riforma?
Da sempre sosteniamo che i servizi di vigilanza privata non possano essere considerati alla stregua di qualsiasi altro servizio di natura commerciale. Questa specialità “genetica” è avvalorata da diversi sostegni normativi, che includono la vigilanza nel novero delle attività di sicurezza complementare a quella primaria, garantita dalle forze dell’ordine. Non potendo quindi essere assimilata ai servizi commerciali tout-court, la vigilanza privata non potrà nemmeno essere “vendibile” attraverso strumenti di intermediazione commerciali studiati per realtà di natura diversa. Per questa ragione siamo assolutamente favorevoli all’abolizione dell’art. 115 del TULPS.
Abolire i network per ripulire il mercato della vigilanza privata?
Ne parliamo con Francesca Macina, PR Manager ASG Network
Cosa sono i network e quali servizi offrono per il settore della sicurezza?
I network sono agenzie d’affari di intermediazione per l’espletamento di servizi per conto terzi; la loro fonte normativa risiede nell’art. 115 del TULPS. Nell’ambito della sicurezza offrono ai loro clienti tutti i servizi correlati: dalla vigilanza armata al portierato, dal trasporto valori all’antitaccheggio.
Essendo di fatto sottratti ai minimi tariffari (cui sono invece assoggettati gli Istituti di Vigilanza privata), i network sono fortemente avversati dal mondo della vigilanza privata e ritenuti responsabili di un grave inquinamento del mercato. Che ne pensa?