No volontari: la sicurezza spetta ai professionisti

24 Ott 2020

di Ilaria Garaffoni

Eventi cancellati, migliaia di addetti ai servizi di controllo e steward a spasso, mentre tutti chiedono il rispetto delle regole. AISS, Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria, ricorda che devono essere i professionisti qualificati dalla legge a svolgere le mansioni di controllo e non i volontari. Il legislatore ha affermato la centralità nel 2009 con l’obbligo di assunzione di personale qualificato, iscritto in un elenco noto ai Prefetti e revisionato a cadenza biennale, con un codice deontologico e mansioni circostanziate che prevedono anche la mediazione dei conflitti. Questo impianto è stato parzialmente smantellato nel 2018, con un Direttiva che ammetteva il volontariato per garantire la “sicurezza” nelle manifestazioni pubbliche. Con il COVID_19 i settori fieristico, entertainment e delle manifestazioni pubbliche sono stati spazzati via, travolgendo le imprese di sicurezza. L‘abominio degli assistenti civici, fortunatamente rientrato, ha dato il colpo di grazia. AISS, in una lettera aperta, fa un’interessante cronistoria del fenomeno, richiamando ai tema della sicurezza: un bene collettivo e primario.
“L’ operatività delle figure degli addetti al cpontrollo è stata parzialmente inficiata quando, con direttiva del 18 Luglio 2018, il Ministero dell’Interno ha introdotto le nuove “Linee guida per l’individuazione delle misure di contenimento del rischio in manifestazioni pubbliche con condizioni di criticità”, che prevedono la possibilità di utilizzare per i servizi di controllo anche personale proveniente da associazioni di volontariato, quindi privo di qualifiche e di preparazione specifica in materia. Questo fatto ha arrecato notevoli ed ingenti danni a istituti di vigilanza privata e agenzie di sicurezza, creando una situazione di sperequazione e dumping (le associazioni di volontari, pagate con rimborso spese, sono economicamente più vantaggiose). Il danno ovviamente riguarda tanto i Datori di lavoro quanto i lavoratori stessi, vittime di una concorrenza sleale portata avanti da individui di fatto “abusivi”, non qualificati e sottratti a tutti gli obblighi di legge di cui sopra, con conseguente de-professionalizzazione della mansione stessa.

In questo quadro è arrivato il Covid. Eventi e manifestazioni cancellati, con migliaia di addetti ai servizi di controllo e steward lasciati a casa. Una condizione che, con la recrudescenza autunnale del contagio e le limitazioni che sono già state poste in essere, è destinata a perdurare ancora a lungo. Tutto questo mentre le Amministrazioni locali sottolineano l’urgente necessità di personale per garantire la fattibilità e il rispetto sul territorio delle regole e del distanziamento. In proposito AISS, Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria – aderente a Federterziario – propone che siano i dipendenti delle agenzie soggette a licenze di Polizia (ex art. 134 del T.U.L.P.S.) preparati e qualificati a poter svolgere tali funzioni sul territorio, e non improvvisati volontari “assistenti civici” senza alcuna attitudine e competenza specifica. Questo toglierebbe gli operatori dal circuito assistenziale degli ammortizzatori sociali, restituendo la dignità dell’impiego. Inoltre si andrebbe così a ridurre le difficoltà e sofferenze economiche di istituti di vigilanza e agenzie di sicurezza, già caratterizzati da esposizioni bancarie paurose per via delle condizioni di lavoro al massimo ribasso. L’ultimo elemento, non meno importante, sarebbe quello del segnale e del valore attribuiti a un comparto così fortemente svilito e destrutturato, con la possibilità per il cittadino di essere seguito e coadiuvato da personale emotivamente e disciplinarmente attrezzato.

 

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