Trasporto valori: siamo nel 2010 e tutto va male

16 Apr 2010

di Ilaria Garaffoni

Eur-strappatof

Ne parliamo con Paolo Spollon, Vicepresidente di Assovalori

Qual è lo stato di salute del trasporto valori in Italia?

E’ una domanda alla quale occorre dare una risposta articolata.
Si deve innanzitutto esaminare la situazione del mercato, verificando se si tratti di un settore maturo, statico o con margini di crescita. Le recenti statistiche della Banca Centrale Europea evidenziano un incremento del contante in circolazione; incremento dovuto però a cause contingenti: crisi finanziaria del 2008, utilizzo dell’Euro per tesaurizzazione anche da soggetti al di fuori dell’area Euro ecc.

Tutto bene pertanto da questo punto di vista, perché è proprio sul flusso del contante che si fondano le attività delle aziende del Cash in Transit, ma contemporaneamente dobbiamo tener conto della volontà manifestata dal sistema finanziario di ridurre progressivamente il contante per sostituirlo con la moneta elettronica o monètica, volontà alimentata dalla – a nostro avviso erronea – convinzione che la gestione del contante abbia un costo più elevato per la società, in confronto a quello della monètica.
La “war on cash” messa in atto sinora (manifestazione evidente di questa strategia) non ha raggiunto gli obiettivi prefissati: il contante resta il “re”. Probabilmente la monètica eroderà in futuro la massa del contante in circolazione, ma di certo non a breve termine e comunque in modo marginale.
Tutto bene – dicevo prima; tutto male dico ora. Infatti, se spostiamo l’analisi del settore sulla redditività della gestione, rileviamo una pesante situazione: i bilanci delle aziende del trasporto valori presentano in generale risultati certamente non brillanti.

Quali sono i punti di criticità più rilevanti?

Le tariffe che la clientela istituzionale impone, forte della sua posizione dominante, non sono sufficienti a coprire i costi in continuo aumento, con conseguenti significative riduzioni della qualità dei servizi.
Solo in linea teorica, infatti, la qualità è ritenuta e valutata come parametro prioritario per la scelta del fornitore: al contrario, nella realtà è il prezzo più basso l’autentica discriminante per la scelta.
Inoltre la forte frammentazione dei competitor del settore favorisce una competizione connotata da forte aggressività, che riduce la loro forza contrattuale, contribuendo ad alimentare il fenomeno sopra descritto.
L’indicatore dello stato di salute del settore è pertanto rivolto stabilmente e drammaticamente verso il basso.

In che misura incide la riorganizzazione di Bankitalia nelle difficoltà del settore?

Le società di trasporto valori, malgrado le critiche che ciclicamente vengono formulate, hanno sino ad oggi risposto alle esigenze del mercato. La chiusura delle 39 filiali della Banca d’Italia (altre 25 seguiranno) ha costretto le aziende a ripensare la logistica, sino ad allora basata principalmente su trasporti effettuati nell’ambito della provincia, portando ad investire pesantemente in termini di risorse umane, mezzi di trasporto, implementazioni dei sistemi di sicurezza e premi assicurativi per far fronte alle mutate esigenze. L’aumento della distanza da e per la filiale della Banca d’Italia ha determinato una dilatazione dei tempi per l’espletamento del servizio, sia per coprire la distanza che per la congestione di mezzi che si crea presso le filiali in cui sono state concentrate le operazioni di carico e scarico del contante. Si è reso inoltre necessario un incremento dei massimali trasportabili sui furgoni blindati, con conseguenti aumenti dei premi assicurativi, anche in relazione al maggior tempo di permanenza dei valori sui furgoni, che comporta un oggettivo aumento del rischio di attacchi malavitosi. Il Ministero dell’interno ha nel contempo emanato disposizioni per l’adeguamento tecnologico dei veicoli, ha fissato limiti massimi alle somme trasportabili, l’obbligo di impiego di scorte con guardie armate e onerose procedure di comunicazione con la PAS coinvolta nelle operazioni di bonifica e controllo del territorio. Tra le decisioni della BCE – e conseguentemente della Banca d’Italia – che hanno una notevole incidenza sui costi aziendali, non va dimenticato l’obbligo per le aziende impegnate nel c.d. framework di utilizzare solo apparecchiature per la lavorazione del contante, testate e approvate dalla stessa e dal 2011 la facoltà di Banca d’Italia di estromettere le aziende che non utilizzeranno tali apparecchiature; l’obbligo di fornire rendicontazioni dei flussi del contante particolarmente gravose e una complessa gestione dei falsi o sospetti di falsi.

Quali sono le proposte di Assovalori per costruire una ripresa, anche solo sulla scorta delle esperienze?

Assovalori ritiene che un’attività così particolare richieda la fornitura di servizi di qualità. La dizione “servizi di qualità” non deve essere solo un’affermazione di principio, ma un modo di rapportarsi con il mercato. In
particolare le aziende debbono essere in grado di: 1) fornire servizi seconda le specifiche esigenze del clienti; 2) rispettare le norme all’uopo emanate dal Ministero dell’Interno con particolare riguardo alla sicurezza del personale addetto e dei beni trasportati; rispettare le prescrizioni della BCE/Banca d’Italia per il c.d framework (utilizzo di apparecchiature compliant con gli standard della BCE e per la rendicontazione dei flussi); 3) fornire adeguate coperture assicurative “all risks”, sia per i beni durante il trasporto che per le giacenze nei caveau; assolvere gli obblighi previsti da una sana gestione aziendale con particolare riguardo agli oneri previdenziali e assicurativi per il personale dipendente, agli oneri tributari e alla remunerazione del capitale investito.
E’ pertanto un’attività che richiede ingenti investimenti di capitale e di risorse umane, che solo imprese di rilevanti dimensioni sono in grado di assicurare. Le esperienze maturate all’estero sono molto significative.
E’ inoltre necessario che l’intervento, doveroso, dell’Autorità preposta al controllo non si estrinsechi con l’emanazione di norme troppo particolareggiate e limitative, ma preveda precise norme di base di attuazione lasciando all’iniziativa imprenditoriale la scelta dei sistemi e delle apparecchiature in funzione delle prestazioni da fornire, considerando anche che la tecnologia propone nel continuo soluzioni e materiali sempre più aggiornati e migliorativi per contrastare l’attività della malavita.
Il rinvio a quanto indicato più sopra sui punti di criticità più rilevanti è d’obbligo.
La mancanza di redditività della gestione delle aziende causata dall’attuale situazione tariffaria renderà  sempre più difficile fornire servizi di qualità. La qualità rimarrà una chimera, con prevedibili ripercussioni negative per le aziende in un futuro non troppo lontano.

Cos’è Assovalori e quali sono le sue politiche associative?

Assovalori è presente sin dal 1978 nel settore della gestione e movimentazione fisica del denaro contante (banconote e moneta metallica). Settore di contenute dimensioni ma assolutamente vitale per l’economia nazionale, che Assovalori rappresenta attraverso i suoi Associati, tra i quali annovera alcune delle maggiori aziende del CIT (cash in transit). Riteniamo quindi determinante il contributo di professionalità, esperienza e  conoscenza che la nostra associazione può portare su tutti i tavoli in cui si affrontino le problematiche di un’attività così specialistica, sottoposta a pesanti vincoli sia operativi che legislativi e che quotidianamente è soggetta alle attenzioni della malavita.
Assovalori auspica che, in un futuro non troppo lontano, anche in Italia si arrivi, superando personalismi e difficoltà di relazione, a ricomporre in un’unica Federazione e/o Confederazione tutte le anime della vigilanza privata, che pur mantenendo ognuna la propria identità, possa intervenire sul mercato e presso le istituzioni come unica voce. In passato alcuni approcci in questo senso non hanno dato gli esiti sperati, ma siamo convinti che la strada da percorrere sia oggi ancor più che in passato quella della cooperazione unitaria e della specializzazione settoriale.

 

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