Liste prefettizie per i buttafuori: chi le ha viste?

13 Apr 2012

di Ilaria Garaffoni

liste prefettizie per i buttafuori, chi le ha viste?

Che fine hanno fatto le liste prefettizie dove dovevano essere censiti ed iscritti gli addetti ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico – più comunemente noti come buttafuori?
Non si sa. E tuttavia la polizia sta spiccando fior di sanzioni per gli “irregolari”, sia a carico degli operatori, sia a carico dei locali da ballo. E sono multe salatissime.
Sarà pur vero che molti operatori si sono mossi in ritardo o per nulla, ma è altrettanto vero che spesso delle famose liste prefettizie non si è vista nemmeno l’ombra e c’è chi attende da mesi di poter lavorare con regolarità senza avere uno straccio di risposta dall’amministrazione.

La questione sta compromettendo l’operatività delle agenzie di sicurezza e di investigazioni private, paralizzando quel mercato del lavoro di cui c’è più che mai bisogno.
Dato che le Prefetture non riescono a gestire l’iscrizione degli oltre 100.000 operatori stimati dall’AISS per le sole discoteche, le imprese sono spesso strette nella scelta tra rifiutare i lavori, oppure far lavorare irregolarmente gli addetti.
Il tutto accollandosi un rischio notevole: oltre alle multe, anche la possibile sospensione o revoca della licenza ex 134 TULPS. Ma gli addetti che lavorano irregolarmente non se la passano meglio: oltre alle sanzioni (da 1500 a 5000 euro a carico all’operatore e di chi lo ha impiegato), l’addetto non potrà più essere iscritto negli elenchi prefettizi per violazione del TULPS.

Come uscire dall’impasse? La circolare del Ministero dell’Interno del 17/11/2010 (che fornisce chiarimenti sulla riforma) ritiene “opportuno” che le prefetture concludano il procedimento in trenta giorni, richiamando la legge 241/1990 sul silenzio assenso della PA.

Clicca qui per scaricare la Circolare Min Interno del 17/11/2010

Tuttavia anche le procedure richieste per il silenzio assenso (sollecito, ricorso al TAR etc) farebbero passare altri tre mesi, e saremmo punto e a capo.

Secondo Franco Cecconi, Presidente AISS-ENBISIT, “basterebbe autorizzare l’impiego degli operatori dopo aver protocollato le liste dei nominativi in prefettura – più o meno come accade per gli steward. Neanche questa sarebbe una pratica snella, dato che per arrivare alla consegna dei documenti passano circa tre mesi tra corso di formazione, esame e raccolta documenti. L’alternativa sarebbe di autorizzare tutti i richiedenti salvo poi, se del caso, diniegarli in un secondo tempo.”
Sarà fattibile?

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