Chi primo arriva, meglio alloggia. Questo sembrano dirci le parti firmatarie del primo CCNL per i dipendenti di agenzie di sicurezza sussidiaria non armata e degli istituti investigativi . Del resto, ci avevano provato in tanti a siglare un contratto per gli operatori disarmati o non decretati, ma alla fine sono stati AISS (Associazione Italiana Sicurezza), UGL Terziario, UGL Sicurezza Civile e Federterziario a uscirsene con un vero CCNL. La notizia farà saltare sulla sedia chi al tavolo per il rinnovo della vigilanza privata sta provando da due anni a creare una cornice contrattuale che contempli sia la sicurezza armata delle guardie giurate, sia la sicurezza disarmata. E farà saltare sulla sedia soprattutto chi aveva lanciato l’idea di costruire un contratto ad hoc per le figure non decretate. Idea che poi si è persa per strada, non si è capito bene perché. Ma tant’è.
Ora c’è un contratto che, ferme restando tutte le regole normative e retributive del settore investigazioni, servizi di controllo disarmato e servizi complementari (vedi security), abbraccia varie categorie operative.
La struttura del CCNL si incardina su tre assi portanti: recepimento degli istituti di lavoro più innovativi, a partire dalla Legge Biagi; rispetto dei diritti acquisiti e delle legittime aspettative dei lavoratori; creazione di un solido telaio di relazioni bilaterali. La sintesi di questi strumenti – flessibilità, innovazione e bilateralità – dovrebbe offrire alle imprese un ventaglio di possibilità contrattuali tale da rendere il nero di fatto meno conveniente. Scopo dichiarato di questo CCNL è infatti anche di far emergere il tantissimo sommerso che da sempre governa il settore, salvaguardando i lavoratori e aprendo al contempo il mercato ad una competizione più sana.
Questo CCNL abbraccia varie categorie lavorative (gli ex- buttafuori, ma anche gli steward negli stadi e tutte le attività che confluiscono nel c.d. portierato: accoglienza e reception, antitaccheggio nella grande distribuzione organizzata, ecc), in modo da limitare l’utilizzo a go-go di contratti assimilati per analogia (multiservizi, portierato condominiale etc)… o per mera pirateria commerciale.
E per mettersi al riparo da ogni possibile accusa di dumping, questo CCNL utilizza delle tabelle di costo orario – ora in fase di validazione al Ministero del Lavoro – che danno dignità salariale alle tipologie di lavoro contemplate.
Il CCNL dà poi ampio spazio alla contrattazione di secondo livello, sia territoriale sia aziendale, limitandosi ad enucleare poche regole a livello nazionale e passando alla bilateralità il boccino della gestione dei contratti di inserimento al lavoro. L’E.N.BI.S.I.T. (Ente nazionale Bilaterale per la sicurezza, investigazioni e tutela), che è espressione di AISS, Federterziario e UGL Terziario, si occuperà di formazione continua e di aggiornamento professionale, e di molto altro ancora.
Insomma, posto che bisognerà poi vedere quanto questo CCNL verrà accolto dalle imprese, e posto che è ben più facile mettere d’accordo pochi operatori rispetto ad una massa di gente che si guarda in cagnesco, resta però un fatto: la vigilanza privata ha perso un’occasione d’oro.
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