Disdetta, recesso dal CCNL? Marchionnate vigilantine

12 Ott 2010

di Ilaria Garaffoni

fiat_vigilanza

Ogni tanto in Redazione arrivano lettere assai curiose.
Ve ne presento una decisamente sibillina, ma che fornisce spunti e suggestioni a mio avviso molto interessanti. Premetto che la lettera, firmata Luigi Gabriele Presidente di Federsicurezza, giunge in risposta ad una nostra richiesta di dichiarazione sullo sciopero e sulle ragioni di questo “insanabile contrasto tra le parti sociali”.  Ironiche digressioni e malinconie a parte, questa dichiarazione sembra adombrare (o almeno così noi capiamo, ma diteci se siamo fuori strada) un’ipotesi di “marchionnata” anche nella vigilanza privata, ossia una possibilità di recesso unilaterale da parte datoriale rispetto ad un CCNL ormai talmente scaduto da puzzare di pesce marcio.

Disdetta? Marchionne? Ma si può fare? Questa è la prima domanda che mi pongo, come editorialista.
E la seconda è: con quali risultati? Perchè se lo scopo è fin troppo chiaro (recedendo dal CCNL si manterrebbero solo i idiritti inalienabili, e nell’interregno tra un contratto e l’altro si farebbe piazza pulita di tante altre piccole conquiste contrattuali), le possibili conseguenze sono invece meno chiare. Disdettando il contratto nazionale, si darebbe infatti più spazio alle contrattazioni locali, che però – nemmeno troppo paradossalmente – potrebbero riuscire a fare più pressione sul tessuto istituzionale locale e anche un presa maggiore sulle guardie giurate (meno gente si deve mettere d’accordo e più facile è, soprattutto se ci si conosce personalmente).
E come motivare una disdetta unilaterale?
Terza domanda. Gabriele accenna ad una sopravvenuta insussistenza delle condizioni di mercato che in passato rendevano sensato il contratto nella sua elaborazione originaria. Mutata condizione che avrebbe reso (non tanto controverse quanto) inutili le discussioni al tavolo di confronto perchè lo strumento contrattuale originario era già divenuto obsoleto. Questa dichiarazione ci fa tornare in mente ll’ipotesi, adombrata in passato (ma per ora – forse – abbandonata) della previsione di un contratto ad hoc per le figure disarmate (leggi questa intervista a Uiltucs). Certamente è difficile pensare che in un settore imprendirialmente parcellizzato e affetto da cronica “nostalgia da proporzionale” le parti datoriali possano mettersi d’accordo per fare un gesto così forte. Per non parlare del fatto che manca una FIAT vigilantina che possa imporsi sulla massa. Anche se l’appello finale di Gabriele ad un’azione univoca e unitaria di parte datoriale deve far riflettere.
Di seguito la lettera, a voi i commenti.

 

“Presidio e padroni, termini antichi per una situazione che avrebbe bisogno d’altro a mio parere. E’ vero che sono tanti i mesi  trascorsi dalla naturale scadenza del CCNL della vigilanza privata. E’ altrettanto vero che, pur essendo passati tanti, troppi anni dalla mia precaria laurea in Giurisprudenza in quel della sapienza di Roma, l’attuale situazione mi ricorda quella di un insegnamento, il Diritto Canonico, del quale era titolare di cattedra il prof. Scaduto. Bene, per noi diligentissimi studenti, era il professore canonico di diritto scaduto…Stiamo infatti vivendo la situazione come se riguardasse un mondo parallelo nel quale ci troviamo dopo un viaggio che, con riferimento alla letteratura da collezione Urania, ha fermato il tempo e ci fa vivere all’incirca nella fine degli anni novanta. In pratica applichiamo, o tentiamo di sopportare l’applicazione, di regole fatte per un comparto produttivo diverso da quello per il quale erano state confezionate e, anche allora, con rifiniture da grandi magazzini. I mesi trascorsi ad un tavolo kafkiano hanno quindi prodotto quello che potevano, cioè una confusa linea di contorno dell’isola che non c’è, che (di conseguenza) non è stata trovata sulle carte dai confusi ed indecisi naviganti. Non ci sono motivi di contrasto tra datori di lavori e OOSS: il problema è, nella sua incompresa gravità, molto più semplice: non ci si rassegna a capire che siamo ricompresi, ad oggi, in un periodo ipotetico del quarto tipo e, per passare alla storia, stiamo tentando di tenere in vita la repubblica Romana (ma non chiedetemi di individuare gli odierni Mazzini, Saffi ed Armellini) mentre fuori dalle stanze che racchiudono il Tavolo gli Chassepots dei Francesi (il mercato) inducono ad altro. Cosa fare al Ministero sarebbe semplicissimo, basterebbero tre piccole cose per cominciare. Intanto, per quanto riguarda la rappresentanza datoriale, avere finalmente presente che il proporzionale non c’è più. Per chi ritiene di dare mandato alle stesse di sostenerne le ragioni, domandarsi cosa realmente significhi essere “categoria”. Alle OO.SS non mi permetto di dare consigli se non quello di non ricordare che la climatizzazione è una gran cosa che però non obbliga a sigillare le finestre. Il Ministro, poi, potrebbe essere messo in condizioni di pensare che un Marchionne in sedicesimo potrebbe pure saltar fuori, o no?”

Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza

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