Battistolli: impatto del Covid su Trasporto valori, Vigilanza Privata e servizi fiduciari

16 Giu 2020

di Ilaria Garaffoni

Il trasporto valori è in ginocchio, ma alcuni nuovi servizi hanno tenuto a galla il mercato della Vigilanza Privata e dei Servizi Fiduciari. Gli stati generali dell’economia sembrano peraltro porre il contante al centro di ogni attività criminale, dall’evasione al riciclaggio, ponendo un’ulteriore alea di rischio sulla tenuta del segmento trasporto, gestione e contazione valori – che occupa 6000 soggetti per circa 400 milioni di fatturato. Anche se una stima realistica dell’impatto del Covid si potrà fare non prima di Ottobre 2020, abbiamo chiesto a Paolo Spollon – Amministratore Delegato dello storico Gruppo Battistolli – di fare un primo bilancio di questi tre mesi di pandemia.

Siamo usciti dall’emergenza e ci avviamo, gradualmente, verso un piano di normalizzazione: che bilancio si può fare ad oggi?

La vigilanza privata e i servizi fiduciari hanno tenuto, arricchendosi di servizi aggiuntivi (social distancing, rilevazione febbre, sanificazione e pulizie ambientali), mentre il trasporto e la custodia di denaro e valori hanno subito una forte contrazione, con picchi del 60%. Registriamo a tutt’oggi un calo nei ritiri di denaro del 35% e nel caricamento di ATM e GDO del 20% rispetto al 2019. La stagionalità che poi di norma incrementava il business nel periodo estivo, quest’anno – con il blocco di trasporti e turismo – non supererà il 15-20%, rispetto ad un 2019 che vedeva almeno un 30-35%.
La somma di questi fattori allargherà il delta dei conti economici, anche se una prima valutazione d’impatto potrà essere azzardata solo a fine di questo mese.

Il trasporto valori è stato molto colpito dalla demonizzazione del contante quale vettore di contagio, ma non è la prima volta che il contante viene attaccato: supererà anche questa battaglia?

Il contante è passato indenne a infinite war on cash, ma dopo il Covid-19 la preoccupazione è maggiore perché anche i soggetti più resistenti alla monetica hanno cominciato ad adottare pagamenti telematici.
Devo però dire che, su 400 persone che da noi maneggiano contante per mestiere, nessuna è stata contagiata: sarà un caso? Credo comunque chee, come i libri non sono morti con l’avvento degli ebook, anche il contante resterà. Ridotto, ma resterà. Perché anche nei paesi più “filotelematici” si è dovuto rispettare il fatto che il contante sia l’unico mezzo di inclusione per la fasce più deboli (anziani, persone meno abbienti).
La financial inclusion è un tema serio, di respiro costituzionale.

Gli stati generali dell’economia sembrano porre il contante al centro dell’attività criminale: che ripercussioni potrebbe avere sul segmento del trasporto valori un’abolizione completadel contante?

Escludo che si possa togliere di mezzo il contante tout court: evasione fiscale e movimenti di denaro occulti sono una responsabilità del Governo, che peraltro ignora le transazioni a mezzo criptovaluta.
Tra l’altro questa posizione arricchirebbe solo le multinazionali americane, uniche a produrre carte di credito e debito. Per non parlare delle ripercussioni sul trasporto valori: la filiera occupa 6000 soggetti per circa 400 milioni di fatturato. Che fine farebbero?

I nuovi servizi nati con il Covid potrebbero compensare le perdite nel lungo periodo? O sono minacciati da figure non professionali, come gli assistenti civici?

L’aspetto sanitario è oggi molto sentito ma ritengo che i nuovi servizi potrebbero restare anche in un’era post-Covid come servizi di facility management: la rilevazione della temperatura e la sanificazione potrebbero configurare anche business del lungo periodo, in termini di prevenzione. Non credo comunque che gli assistenti civici possano farci concorrenza sleale: noi forniamo sicurezza, formiamo le guardie, le addestriamo, le dotiamo di tecnologie professionali. È un altro mestiere.

In un settore labour intensive, con un Covid che impone di non prendere i mezzi pubblici negli orari di punta e di auto quarantenarsi in presenza di sintomi, come è possibile organizzare il lavoro?

In emergenza, Banca d’Italia e ABI hanno condiviso con noi un’operatività Covid: si sono allungate le SLA contrattuali e abbiamo lavorato a giorni alterni per supplire ad eventuali carenze di organico. Ritengo che serva comunque una riforma di più ampio respiro anche sul fronte della contrattazione collettiva di lavoro, che non può ignorare che il mondo è cambiato radicalmente, anche – soprattutto – sul fronte lavorativo. Malattia, ferie e orari sono temi che andrebbero rivisti.

In una battuta: cosa direbbe a Conte?

Che occorrono più azione ed incisività: basta proclami. Che dagli stati generali dell’economia deve uscire un progetto serio di sburocratizzazione e semplificazione reale e che è urgente aprire i cantieri.

A chi vorrebbe fosse rivolta la prossima intervista di Vigilanza Privata Online?

Sarebbe interessante sentire come Poste italiane ha vissuto il rapporto con le società di servizi, soprattutto con riferimento al tema delle pensioni. Un operatore del settore è stato insignito del Cavalierato della Repubblica: i nostri operatori hanno lavorato ad alto rischio, con grande coraggio, professionalità e abnegazione. Ma qualcuno si era mai accorto del fatto che è il trasporto valori a portare le pensioni?

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