Benefici fiscali per la vigilanza privata e sussidiarietà: il pensiero di Freedom Security per la ripresa

30 Apr 2020

di Ilaria Garaffoni

Le 1339 imprese che nel 2018 rappresentavano il mercato della sicurezza e vigilanza privata si suddividevano in un 18,6% di realtà medie e grandi e in oltre la metà di imprese di piccole dimensioni, moltissime operanti nel Sud. Sono realtà radicate sul territorio, che puntano su qualità del servizio e professionalità. Realtà ovviamente penalizzate dalle chiusure imposte dal Covid19, che ha colpito in particolare le piccole realtà commerciali locali. Ne abbiamo parlato con Angelo Mancini, Amministratore dell’Istituto Freedom Security e di Freedom Security Solutions a Selargius (Cagliari), come pure dell’Istituto di Investigazioni private Freedom Security di Roma e Delegato Regionale per la Regione Sardegna di UNIV.

Quali misure avete messo in campo per affrontare questo momento e come hanno reagito i dipendenti?
Il nostro Istituto si è attivato per fornire da subito il materiale per far lavorare gli operatori in sicurezza (DPI come mascherine e guanti monouso, che abbiamo reperito con molte difficoltà) e prodotti per la pulizia degli ambienti. Abbiamo introdotto regole interne per una convivenza idonea nel rispetto delle distanze previste tra gli operatori, ai quali abbiamo messo a disposizione anche il materiale informativo pubblicato dal Ministero della Salute, e abbiamo contingentato l’ingresso di terzi agli uffici. Siamo soddisfatti della risposta collaborativa dei dipendenti, che si sono posti in maniera responsabile e adeguata operando nel rispetto delle regole e adeguandosi alle procedure.

Quali servizi sono in tenuta, quali in calo e quali nuovi servizi sono stati messi in campo per fronteggiare l’emergenza o per agevolare le fasce più deboli?
Premesso che Freedom Security è un punto di riferimento sul territorio per negozi al dettaglio, abitazioni, studi professionali, farmacie, strutture sanitarie private, ecc., i servizi oggi richiesti sono sicuramente quelli della vigilanza fissa e ispettiva nei centri commerciali e nella grande distribuzione, oltre agli “interventi su allarme” in favore delle aziende costrette a chiudere e che necessitano di protezione a mezzo sistemi di sicurezza. Sono indubbiamente in calo, per ovvia difficoltà, i servizi richiesti dalle piccole imprese che hanno dovuto sospendere l’attività, come i privati che hanno dovuto rinviare il progetto di dotarsi di sistemi di sicurezza. Come azienda ci siamo resi disponibili a venire incontro ai clienti in difficoltà trovando insieme a loro le soluzioni più adatte, come la rateizzazione delle fatture in attesa della ripresa – un sacrificio che ovviamente pesa anche sul nostro bilancio, ma che ad oggi è un inevitabile compromesso.

Per le imprese della sicurezza privata, quali misure economiche sarebbero utili?
Crediamo che, oltre alla possibilità reale e non solo annunciata di poter usufruire delle misure economiche straordinarie varate dal Governo, un elemento importantissimo sia la possibilità, per i clienti, di poter usufruire di benefici fiscali o impositivi per le spese relative ai servizi di vigilanza privata e l’acquisto dei sistemi di sicurezza. Questo elemento, osservato su una scala più ampia, attraverso una maggiore prevenzione dei reati, consentirebbe un risparmio di costi allo Stato e allo stesso tempo diminuirebbe la pressione sulle Forze di Polizia, che potrebbero essere maggiormente impiegate sul territorio nella lotta alla criminalità e al terrorismo.

Quali richieste vorreste avanzare al Governo?
Da tempo Federsicurezza, di cui come UNIV facciamo parte, si interfaccia con le Istituzioni per far sì che regolamentino questo settore prendendo coscienza della sua effettiva valenza e complementarietà, quale parte indispensabile del sistema ”sicurezza nazionale”. La vigilanza privata, operando sul territorio in modo capillare e stando a stretto contatto con la realtà di quel tessuto sociale, può essere fonte di informazioni utili allo studio di un determinato territorio o di un evento criminoso, fornendo così una rete di copertura che non può essere sottovalutata. È tempo quindi che a questo settore venga definitivamente riconosciuto il ruolo di “sicurezza complementare” o “sussidiaria” che dir si voglia, visto che è stato ritenuto un settore di pubblica utilità durante la gestione dell’attuale emergenza COVID-19.

Quali conseguenze concrete porterebbe tale riconoscimento formale?
Tale ottica potrebbe aprire spazi di mercato oggi ancora preclusi: si pensi al supporto che la vigilanza privata potrebbe dare alle Istituzioni nel monitoraggio dell’applicazione delle misure di distanziamento sociale in ausilio alle forze di polizia nelle spiagge, nei parchi pubblici, nei musei, ecc.. E in un’ottica più ampia, superata l’emergenza, per gli Istituti di vigilanza si potrebbe aprire anche alla tutela fisica della persona, che in questo momento è appannaggio esclusivo delle Forze di Polizia. Tali opportunità devono comunque essere accompagnate da un’attività di monitoraggio e di controllo per evitare quella malsana corsa al ribasso del prezzo che solitamente è in atto a discapito della qualità, e che concorre fortemente ad alimentare la “concorrenza sleale”.

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