Nomina a gpg e porto d’armi: urgono chiarimenti

23 Apr 2018

di Ilaria Garaffoni

sparo-pistolaLe Associazioni di categoria del settore vigilanza privata hanno chiesto un incontro con il Ministero dell’Interno, Dipartimento di Pubblica Sicurezza, per avere ulteriori chiarimenti sull’Autorità competente all’approvazione della nomina a guardia privata giurata ed al rilascio della licenza di porto d’armi – tema sul quale il Dicastero si era espresso con una circolare che modificava l’attuale assetto (sul tema avevamo già scritto).

Gli operatori temono problemi di adeguamento e un conseguente allungamento dei tempi di emanazione/rinnovo del provvedimento di nomina a gpg e del permesso di porto d’armi (tempi già oggi molto lunghi e che impongono spesso agli interessati di anticipare le pratiche agli uffici competenti anche 120 giorni prima delle scadenze. E nonostante ciò, in alcuni casi i lavoratori vengono sospesi dal servizio e dalla retribuzione, a norma del CCNL, per mancato rinnovo dei titoli). Si ricorda poi che molto di frequente la ricerca di un lavoro spinge le candidate gpg a cambiare regione senza però cam biare residenza, generando ulteriori problematiche.Considerato poi che la maggior parte degli istituti di vigilanza opera in ambiti molto estesi e che l’organizzazione dei lavori viene centralizzata in un unico ufficio del personale, seguire le pratiche di rilascio/rinnovo dei decreti disseminate lungo l’intero territorio nazionale potrebbe rivelarsi molto complesso.

Occorrono poi chiarimenti in ordine al giuramento, all’autentica della fotografia da apporre sul porto d’armi, al tagliando di controllo, al porto d’arma lunga (rilasciato dal Questore e non dal Prefetto) e alla presentazione delle istanze. Un confronto pare quindi essenziale.

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