Quando la Vigilanza Privata finisce in ospedale

13 Set 2024

di Ilaria Garaffoni

Dal Daspo sanitario all’impiego dell’esercito, fino all’arresto in flagranza (o differito entro 48 h) per chi aggredisce il personale sanitario. Queste le ipotesi sul piatto per reagire ad un 2023 che ha contato 16mila aggressioni in ambito ospedaliero e un 2024 che fa ancor più paura. Ma ci sono altre vittime silenziose di quotidiani pestaggi: le guardie giurate.

Fesica Confsal chiede di creare una “polizia ospedaliera” da affiancare alla vigilanza privata sulla falsariga della Polmetro (nata essenzialmente a seguito dei servizi di Striscia sui borseggiatori in metro).
Guardandoci in casa, c’è chi dice che bisogna aumentare il personale di vigilanza privata per moltiplicare l’effetto deterrente (spesso una sola GPG presidia un intero sito per 10-12 ore consecutive, con ovvi risulktati anche sul piano dell’efficacia dels ervizio). E c’è chi chiede una formazione specifica per la protezione delle aziende sanitarie analoga a quella prevista per gli operatori di sicurezza sussidiaria, chi vuole equipaggiare le GPG con taser (a fatica ammesso, e con vari limiti, per le forze dell’ordine) o con bodycam (che almeno avrebbero un valore forense e assicurativo in caso di aggressione).

Noi ricordiamo sommessamente che il DM 269/2010 inquadra già le strutture sanitarie tra i luoghi sensibili, imponendo di impiegare solo guardie giurate decretate. Sarebbe già bello che la regola venisse rispettata. E resta un fatto: benissimo qualsiasi iniziativa che innalzi la sicurezza delle guardie giurate, purché lo sforzo venga condiviso anche con chi compra i servizi. E per dirla con la Presidente di UNIV, “considerato che alcune committenze nemmeno adeguano i salari al nuovo costo del lavoro definito dal CCNL, non ci stupirebbe se la clientela non volesse pagare nemmeno i costi per aumentare la sicurezza dei lavoratori”.

I Video


Consigliati


Archivi