Rinnovo CCNL vigilanza privata: i sindacati trovano l’accordo

21 Lug 2016

di Ilaria Garaffoni

stretta-mano-maniIl rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore vigilanza privata, scaduto lo scorso 31 dicembre, è ai blocchi di partenza. Lo afferma Fisascat-Cisl in un comunicato stampa, che illustra l’intesa preventiva raggiunta dai rappresentanti sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil  per la redazione di una piattaforma unitaria da sottoporre alle controparti datoriali dopo l’approvazione dell’attivo unitario dei delegati.
“La piattaforma unitaria – si legge nel comunicato – ha l’ambizioso, ma necessario, obiettivo di innovare, provando a proseguire sulla strada della riforma del settore e di tutta la filiera della sicurezza attraverso alcuni punti chiave : unico campo di applicazione che identifichi il perimetro del settore; classificazione del personale che ricomprenda tutte le mansioni e le professionalità richieste nelle attività riconducibili alla sicurezza; rafforzamento della contrattazione di secondo livello e della sua esigibilità, anche per le materie relative all’organizzazione del lavoro; rafforzamento della disciplina del cambio d’appalto, rendendola più cogente e vincolante al fine di impedirne l’elusione; incrementi salariali consoni a sostenere la ripresa dei consumi e coerenti con la specificità professionale del settore.

Si punta a definire un unico contratto nazionale, che sia in grado di delineare puntualmente la “filiera” della sicurezza. Obiettivo raggiungibile solo con un intervento chiaro sui confini del campo di intervento del CCNL stesso e con un sistema unico di riconoscimenti economici e normativi per le diverse figure professionali.
«Siamo pronti per avviare un confronto unitario che, in breve tempo, porti alla definizione di un accordo condiviso tra le parti» affermano le organizzazioni Filcams, Fisascat e Uiltucs.
«Il settore ha bisogno di regole definite e concertate e di ridare forza alle lavoratrici e ai lavoratori, cercando di recuperare il potere di acquisto e proseguire il confronto con le Istituzioni preposte».

 

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