Non appena rilasciata l’ipotesi di rinnovo del CCNL Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza, sono cominciate a fioccare le proteste. Un’elemosina, un nulla di fatto, un contratto peggiorativo: sono sono alcuni dei commenti che giungono in Redazione e che, in tutta franchezza, non possiamo che condividere. Questa lettera al Direttore arriva dall’RSA di una sigla sindacale firmataria per nulla soddisfatto dell’accordo, in particolare per gli operatori fiduciari (ora ammantati del titolo di operatori di sicurezza, ma con stipendi che restano sotto la soglia di povertà. Magre consolazioni).
Caro Direttore,
questa ipotesi di contratto di lavoro nazionale, dopo 8 anni di trattative a singhiozzo e innumerevoli iniziative di proteste e scioperi, nasce nuovamente viziata da incostituzionalità.
Basta un click sul sito dell’ISTAT per verificarlo: l’Eldorado dei 1090 euro che gli operatori fiduciari raggiungeranno nel 2026 è un valore sotto la soglia della povertà, dunque in contrasto con l’art 36 della Costituzione. In sostanza si vorrebbe sostituire un CCNL incostituzionale (la versione 2013 è stata cassata da moltissime sentenze) con un’ipotesi di CCNL altrettanto incostituzionale. Complimenti. Chi spera di fermare la vertenzialità si sbaglia quindi di grosso.
E chi canta vittoria per aver conservato la vacanza contrattuale (ossia la bellezza di 20 euro al mese), senza aver nemmeno ipotizzato un tantum zero per gli operatori fiduciari, vive in un paese che non conosce inflazione, caro vita, mutui, famiglia. Noi RSA, che lavoriamo sul campo e che abbiamo un confronto quotidiano con i lavoratori, vediamo un mondo assolutamente diverso, dove questa ipotesi di rinnovo si presenta inaccettabile. E faremo tutto il possibile perché non divenga definitiva: scriveremo lettere alle segreterie nazionali, ai media, ai ministeri, strapperemo le tessere se necessario, ma questa proposta di CCNL non può essere accolta.
Claudio Renzetti, RSA Filcams CGIL