Impazza il dibattito sulla sicurezza del trasporto valori. Chi propone di ridurre i massimali o di cambiare i percorsi, chi punta su tecnologie macchiasoldi o su mezzi più forti, chi chiede una formazione specifica per gli operatori che contempli guida, bonifiche dei percorsi, imboscate etc, o la possibilità di ottenere accertamenti di polizia su situazioni, persone o mezzi sospetti, magari con contatto diretto con una centrale. Ma, assieme all’uso di armi più idonee, spesso si chiede di aumentare il numero di guardie giurate. Cosa deleteria, allo stato attuale, come ben argomenta Bastiancontrario. Luigi Gabriele, suo “unico lettore” nonché Presidente di Confedersicurezza, suggerisce di raccogliere le tante idee sparse in una rivisitazione del sistema a 360°.
Caro Bastiancontrario,
andando avanti con gli anni si ha la possibilità di cogliere fermi immagine non sempre edificanti, ahimè ripetitivi come un disco rotto…La Tv, quella di Stato, mandò a suo tempo in onda, fascia TG1 serale, l’intervista di un presunto master and commander degli assalti ai furgoni blindati degli Istituti di Vigilanza esercenti il trasporto valori, resa in una via di Foggia mentre, sullo sfondo, auto con lampeggianti blu sfrecciavano a sirene spiegate – intervista che lasciava intendere di essere di fronte ad un destino ineluttabile.
Oggi, caro mio scrittore preferito del tuo unico ormai incardinato lettore, assistiamo al compiersi, ripetuto peraltro, della disgraziata profezia di allora, vedi gli assalti al fortino in terra di Sardegna, oggi in terra di Puglia. Eh già, che ci vuoi fare, il campionato prevede partite sia fuori casa che in casa, e le regole sono regole! Facezie?
E’ l’amara constatazione di ciò che accade mentre l’Istituzione, correttamente, avverte il pericolo e chiama a raccolta gli attori, forse meglio spettatori, del ripetuto dramma, per la irrimandabile condivisione di scelte strategiche che drenino il fenomeno con condivisa assunzione di responsabilità…
Nelle famose “more” dell’avvio reale del confronto propositivo, in presenza di un ripetersi, per fortuna non cruento, del noto atto unico scena unica, la storia, anzi la cronaca nera, si ripete! E qual è, per parte non secondaria della compagine decisoria, la soluzione? Aumentiamo le truppe, pardon, incrementiamo il numero dei componenti gli equipaggi dei furgoni blindati. Peccato che così facendo non aumenteremmo affatto gli strumenti di difesa, bensì il numero degli “offesi” dalle armi dei moderni predoni della strada.
In modo becero potremmo dire che, da due che non possono difendersi attivamente, alzeremmo a tre il numero delle vittime predestinate, con l’aggiunta di un aumento inutile dei costi di gestione di uno strumento, comunque, sul viale del tramonto (a lungo termine magari, ma pur sempre tramonto)! O si pensa ad una surrettizia militarizzazione con conseguente adozione di vere e proprie regole di ingaggio? Sappiamo tutti che discuteremmo del periodo ipotetico del quarto tipo.
Ed allora vediamo di essere ragionevoli e pensare di accelerare il confronto correttamente avviato per arrivare a possibili soluzioni a trecentosessanta gradi che finalmente diano il giusto rilievo ai fatti, non lasciandoli in evidenza solo il tempo di due edizioni di Tg. Ora, pur essendo vero che va nelle sale Il Gladiatore 2, non scendiamo nell’arena con la certezza di vedere un pollice verso: lavoriamo invece per una corretta, coerente e condivisa rivisitazione del sistema del trasporto del contante e della gestione del rischio, come pare abbia voluto iniziare a fare l’Istituzione.
Mi raccomando, unico amico scrittore, tieni botta, così fai vivere i miei neuroni stanchi…
Luigi Gabriele,
Presidente di Confedersicurezza