Massimo da Gragnano è un nostro lettore con lunga esperienza nel trasporto valori. Seguendo attraverso i media la vicenda dell’assalto ai furgoni blindati in Sardegna, ha inviato una Lettera al Direttore con qualche interessante osservazione tecnica che siamo certi accenderà il dibattito sulla sicurezza delle guardie giurate dedicate a queste delicatissime operazioni.
Secondo le prime ricostruzioni, tre blindati stavano percorrendo la Carlo Felice da Sassari verso Cagliari quando si sono trovati la strada sbarrata da un compattatore dei rifiuti all’altezza di Siligo.
L’accaduto merita qualche approfondimento sull’organizzazione della scorta e sulle peculiarità tenute in considerazione per proteggere le GPG e i valori trasportati. Non potendo entrare in dinamiche operative che ignoro, mi limito a fare alcune considerazioni derivanti dalla mia personale esperienza nel servizio trasporto valori per stimolare una riflessione sulla sicurezza degli operatori di questo delicato e rischioso settore.
No al convoglio
Cominciamo con le regole di base nel trasporto valori professionale, una complessa operazione logistica che necessita di competenze strategiche specifiche. Per prima cosa, per la percorrenza di un tratto stradale di quel tipo è assolutamente da escludere il convoglio di tre furgoni in fila. La regola è procedere secondo un ordine prestabilito e sotto un unico comando, per proteggersi reciprocamente da attacchi ostili. Una distanza appropriata tra i mezzi avrebbe assicurato un vicendevole supporto di copertura logistico e verosimilmente reso un po’ più complicato l’attacco.
Le figure a bordo
Nel trasporto valori sono previste tre figure a bordo: la guardia giurata autista e la GPG navigatore nell’abitacolo, dipendenti dell’istituto di vigilanza privata che fornisce i servizi di trasporto valori, ed una GPG isolata nel vano valori posteriore (un compartimento blindato a sé stante) che è dipendente di un istituto di vigilanza terzo. L’equipaggio è sempre assemblato in modo diverso e all’ultimo minuto: nessun operatore sa mai da chi sarà affiancato quel giorno. Il numero di plichi si conosce al momento del carico, il loro contenuto è segreto e i luoghi di destinazione sono di competenza del navigatore, a cui viene assegnata una busta sigillata. I luoghi di destinazione sono definiti in codice, li conosce solo il navigatore ed hanno una sequenza prestabilita che prevede una distribuzione su percorrenze sempre diverse.
Segretezza
Dunque l’autista non sa mai nulla di ciò che trasporterà e dove, se non al momento della consegna. Tanto meno lo sa la GPG nel vano valori, che attraverso una feritoia riceve dal navigatore di volta in volta il codice del plico che deve preparare per la consegna successiva. Nel caso dell’attacco in Sardegna, poiché i furgoni fanno ritiri e/o consegne, nessuno avrebbe potuto sapere quale dei tre fosse al momento potenzialmente vuoto.
Copertura
Il servizio di trasporto valori è integrato da autovetture in borghese di controllo, perlustrazione e copertura, senza però che gli equipaggi sappiano quando e dove avverrà. In conclusione, se più furgoni viaggiano ognuno per conto proprio e non si sa quale mezzo trasporti cosa e ci sono autovetture in borghese che possono scortare i furgoni, è alquanto improbabile organizzare un attacco. Ovviamente si tratta di un’organizzazione un po’ onerosa, ma se vale il principio che non deve accadere nulla, questo è ciò che serve.
Massimo da Gragnano