Vigilanza Privata: bye bye guardia giurata autonoma, serve un lavoro dipendente

07 Ott 2020

di Ilaria Garaffoni

Finalmente una buona notizia. In sede di conversione in Senato del DL Agosto, i Senatori Ferrari, Nannicini, Collina, Giacobbe e Taricco hanno promosso un emendamento che impone l’esistenza di un rapporto di lavoro dipendente con un istituto di vigilanza privata tiolare di licenza ex art. 134 del TULPS per poter ottenere la nomina a guardia giurata. L’emendamento è stato approvato. Si tratta di un risultato importante, che finalmente smantella l’obbrobrio delle guardie giurate autonome nate da una sentenza del Tar del 2018 e avallate prima dal Consiglio di Stato e poi da una super contestata circolare del Ministero dell’Interno.
Per chi non lo ricordasse, una sentenza (n° 118/2018 Tar Emilia-Romagna) aveva annullato l’articolo 6 comma 2 del DM 269/2010 (che impone l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato tra guardie giurate e Istituto di Vigilanza Privata). Il Consiglio di Stato ci ha poi messo l’asso di briscola con un parere che di fatto spalancava le porte al lavoro autonomo nel settore della vigilanza privata.
Il colpo di grazia è arrivato però dal Ministero dell’Interno, che in una circolare del 2019 (n° 14334/10089) forniva indicazioni ai Prefetti su come gestire e regolare l’attività di guardia giurata autonoma. Un inusuale eccesso di zelo da parte dell’Amministrazione, peraltro in contrasto con le stesse indicazioni del Consiglio di Stato, che auspicava un intervento del decisore politico – per un’infinità di giuste ragioni.
Per fortuna alla fine ha prevalso il buon senso: spiace per le aspiranti gpg autonome, ma si tratta di un lavoro troppo delicato, troppo normato, troppo assoggettato a (giusti) vincoli e di troppa responsabilità (personale e collettiva) per poter essere svolto in modalità autonoma.

 

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