Vigilanza Privata secondo Rangers Battistolli: la persona al centro dell’innovazione

04 Mar 2025

di Ilaria Garaffoni

La domanda di sicurezza privata in Italia cresce ma non genera profitto, e come se non bastasse non si trova il personale. Ai dirigenti della vigilanza privata si chiede quindi visione strategica, competenza tecnico-finanziaria ma anche una profonda intelligenza emotiva per fare il miracolo e aggiungere valore. Ce la faranno? Come promesso, eccovi il primo “colloquio di lavoro” ai manager del settore. Siamo partiti da Carlo Scatturin (AD Rangers Battistolli), che proviene dai servizi HR quindi si trova particolarmente a proprio agio in questo contesto.


Dr. Scatturin, ci racconti come vorrebbe operare se fosse AD di Rangers-Battistolli
(Spoiler: lo è ma l’avevate già capito)

Provengo dai servizi HR, come ha correttamente anticipato, quindi sono particolarmente sensibile al tema della centralità della persona, in particolare alle azioni e ai comportamenti che le aziende devono attuare per mettere le persone al centro. Soprattutto in un contesto labour intensive come il settore sicurezza e vigilanza privata. Il mondo del lavoro è del resto cambiato radicalmente: non si cerca più il “posto fisso per la vita”, ma un equilibrato work-life balance. Ciò impone di avviare politiche retributive adeguate e di giusto riconoscimento della persona a 360 e, ovviamente, di porre in essere politiche di welfare, sicurezza e salute del lavoratore sempre più efficaci. A questi elementi si deve affiancare un percorso di formazione stimolante, orientato alla crescita e allo sviluppo professionale, che comprenda anche le competenze digitali e le lingue straniere, che ormai sono imprescindibili. Sono questi i presupposti per essere più attrattivi e tamponare l’attuale difficoltà a reclutare – e soprattutto a trattenere – il personale in azienda.
Un passaggio propedeutico ai precedenti è cominciare a raccontare la vigilanza in modo diverso, senza restare ancorati a modelli obsoleti che alimentano nei possibili candidati (e purtroppo anche nella clientela) la percezione di un settore statico e poco innovativo. Serve uno storytelling diverso.



E come perseguirebbe questo obiettivo se fosse AD di Rangers-Battistolli?
(Spoiler: lo è e sappiamo che l’avevate capito)


Per migliorare la reputazione del settore il primo passo è non rincorrere la sola politica dei prezzi. Una prassi che purtroppo ha caratterizzato gran parte della storia economica del settore e che non paga, soprattutto nell’attuale contesto socioeconomico e geopolitico caratterizzato da sempre maggiore incertezza e da un nuovo aumento dei costi operativi (penso solo ai rincari energetici e al carburante). Costi che a loro volta si aggiungono al recente rinnovo del CCNL, con quel che ne consegue sul piano salariale. Per rispondere a queste sfide occorre una visione strategica del lungo periodo incardinata sui tre binari guida di innovazione, formazione e qualità.

Come si innova allora in un settore così ingessato? Quali tecnologie privilegerebbe? Investirebbe in sicurezza cyber se fosse AD di Rangers-Battistolli?
(Spoiler: lo è e lo ripetiamo anche se lo sapete)

Innovazione, in questo momento per noi, significa migliorare l’efficienza operativa tramite l’uso di tecnologie (anche ad intelligenza artificiale, ma non solo) che permettano di ottimizzare i nostri processi (per esempio la gestione degli allarmi e i percorsi delle pattuglie) e di semplificare l’allocazione delle risorse nelle commesse di vigilanza fissa e mobile. Un altro aspetto è il miglioramento della comunicazione tra il personale operativo nelle SOC e i clienti, ma anche all’interno della rete organizzativa. Sono tutte aree di miglioramento che richiedono anche un notevole sforzo di riorganizzazione interna. Quanto alle tecnologie, si parla tanto di AI, robotica, droni, bodycam. Senza inseguire acriticamente le mode, guarderei a tutte le soluzioni tecnologiche purché siano solide e capaci di offrire benefici immediati e concreti ai clienti. La sicurezza cyber può essere a mio avviso un interessante acceleratore anche della sicurezza fisica e rispondere ad una richiesta, ormai sempre più spinta, di security fisica e logica integrate.

Quali sarebbero dunque le sue istanze al decisore se fosse AD di Rangers-Battistolli?
(Spoiler: lo è e ok, ora stiamo zitti)

Torno alle sfide che attraversa il settore: perché le imprese siano più attrattive sul mercato del lavoro, è essenziale che venga accelerato l’attuale iter burocratico per l’ottenimento dei titoli, che alimenta l’abbandono di candidati già formati generando grossi danni sia alle imprese che al personale. Chiederei inoltre più controlli e più trasparenza per premiare le imprese di valore, che investono in compliance e qualità (il fatto che ancora sul mercato operino realtà non certificate è un segnale molto negativo). Inoltre – anche se non si tratta di una richiesta esclusiva alla politica – auspico che il ruolo del security manager possa uscire dalla logica della gestione delle emergenze per essere riposizionato nell’organigramma in una posizione apicale.


Dr. Scatturin, lei è assunto
(che ve lo diciamo a fare, già lo sapevate)

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