Direttive appalti: massimo ribasso, addio (anche nella vigilanza privata)

27 Lug 2015

di Ilaria Garaffoni

EuropaIl Senato ha concluso l’esame del disegno di legge delega per il recepimento delle Direttive europee in materia di appalti. Per la vigilanza privata, si evidenzia la previsione di una disciplina specifica per gli appalti pubblici di servizi, con particolare riguardo a quelli ad alta intensità di manodopera (laddove cioè il costo della manodopera sia almeno pari al 50% dell’importo del contratto). In questi casi è prevista l’introduzione di clausole sociali per la stabilità occupazionale del personale, con riferimento al CCNL che presenti le migliori condizioni per i lavoratori. Non meno importante, negli appalti pubblici sarà obbligatorio il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, misurata in base al miglior rapporto qualità/prezzo, con espressa regolazione dei casi e delle soglie entro i quali sarà consentito, in via eccezionale, il ricorso al massimo ribasso.

Una conquista per la quale FederSicurezza, per il tramite di CoESS, del quale è membro, ha sempre profuso un grande impegno: già nel 2012, insieme ad UNI-Europa, CoESS ha inviato una posizione congiunta alla Commissione europea su quattro aree – criteri di aggiudicazione,offerte anormalmente basse, governance e aste elettroniche, sottolineando soprattutto l’esigenza di vietare l’aggiudicazione in base unicamente al criterio del prezzo più basso, preferendo quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

CoESS, inoltre, si è costantemente impegnata a fornire alle associazioni nazionali le informazioni necessarie per seguire la fase di implementazione della Direttiva a livello di Stato membro, organizzando un workshop a Bruxelles nel febbraio 2014. A livello nazionale FederSicurezza, per il tramite di Confcommercio, ha seguito i lavori del Tavolo tecnico di coordinamento istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Europee.

In fase di discussione alla Camera FederSicurezza, per il tramite di Confcommercio, presenterà le proprie osservazioni, confidando – come già accaduto in passato – in un ampio accoglimento delle istanze confederali. La nuova disciplina anche prevede importanti poteri di intervento, regolamentazione e controllo in capo all’ANAC, l’Autorità nazionale anticorruzione, sia mediante l’unificazione delle banche dati esistenti che tramite l’attribuzione, tra gli altri, di poteri di vigilanza sull’applicazione delle norme, specialmente nella fase successiva all’aggiudicazione del contratto, allo scopo di evitare corruzione e conflitti di interesse. L’ANAC, inoltre, dirigerà un sistema amministrativo di penalità e premialità per la denuncia obbligatoria delle eventuali richieste estorsive e corruttive da parte delle imprese. Anche la funzione di controllo della stazione appaltante sull’esecuzione delle prestazioni sarà rafforzata, attraverso verifiche effettive e non meramente documentali.

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