Porto d’armi e decreto: competente il Prefetto di residenza della guardia giurata

14 Mar 2018

di Ilaria Garaffoni

sparo-pistolaIl decreto di guardia particolare giurata viene attualmente rilasciato dal Prefetto della provincia nella quale la guardia lavora in maniera prevalente, mentre è il Prefetto della provincia del luogo di residenza della gpg ad essere competente per il rilascio del porto d’armi. In previsione però dell’attivazione della banca dati per le guardie giurate, il Dipartimento di PS del Ministero dell’Interno ha chiesto un parere al Consiglio di Stato per evitare il cosiddetto forum shopping (scelta indiscriminata tra più autorità egualmente competenti). Il CdS ha definito che decreto di gpg e porto d’armi dovranno essere entrambe di competenza del Prefetto del provincia di residenza dell’interessato al rilascio. E’ quindi stata emanata una circolare in materia.

La circolare, datata 7 Marzo 2018, stabilisce che:

1) per le istanze presentate tra il 7 marzo 2018 e il prossimo 2 aprile si applicherà subito il nuovo regime;

2) tutti i titoli già rilasciati saranno validi fino a scadenza naturale;

3) per i procedimenti in corso al 7 marzo

– per le istanze in cui non è ancor stata avviata l’istruttoria, la Prefettura adìta rimetterà la pratica al Prefetto competente secondo la nuova regola (il Prefetto della provincia di residenza della gpg)
– se l’istruttoria è già avviata, la Prefettura adìta terminerà il procedimento fino all’adozione del relativo provvedimento e lo comunicherà al Prefetto competente secondo la nuova regola.

Clicca qui per scaricare Circolare porto d’armi 7 marzo 2018

Viene da chiedersi se questa novella non rallenterà i procedimenti di decretazione, considerata soprattutto l’endemica carenza di personale delle periferie dell’Amministrazione.

Per Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza, “si conferma la volontà dell’Istituzione tutoria di tenere la porta chiusa al confronto costruttivo, fin qui positivamente sperimentato nel corso degli anni, con gli operatori del comparto attraverso il colloquio con il relativo, e sempre disponibile, sistema di rappresentanza. Appare chiaro che saltare i passaggi consuetudinari, inducendo il Consiglio di Stato ad esprimersi (predeterminando di fatto la blindatura della posizione del Ministero) vuol dire, in pratica, chiudere la porta ed innescare un meccanismo di superfetazione burocratica che, nel breve, provocherà il classico ingorgo ad imbuto…”

Gli fa eco Annamaria Domenici, Segretario Generale di UNIV: “Temo che questa circolare porterà nuove lungaggini in procedure di per sé farraginose e che già oggi rallentano le procedure di assunzione in un mercato del lavoro che tanto avrebbe invece bisogno di crescere. Basta guardare le più comuni province di residenza dei lavoratori per immaginare che la scelta di incardinare sul principio della residenza della gpg il rilascio del decreto e del porto d’armi possa rivelarsi, all’atto pratico, un buco nell’acqua. In effetti bastava chiederlo alle imprese.
Auspichiamo che in futuro si possa riprendere un dialogo ampio e costruttivo con il Ministero dell’Interno, a beneficio di tutti: imprese, lavoratori e organismi di normazione e controllo”.

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