Vigilanza privata: senza controlli, il DM capacità tecnica rischia l’effetto boomerang

05 Ott 2011

di Ilaria Garaffoni

vigilanza-privata-bivio-2011Ben venga il DM sulla capacità tecnica, ben vengano le regole stringenti, ben vengano anche i costi dell’adeguamento, pur in un momento di grande sofferenza economica, ma in cambio servono controlli, rigore e uniformità sul territorio, altrimenti il Decreto Maroni rischia di risolversi in un boomerang, a paradossale detrimento proprio delle imprese più sane.
Questa la voce che si solleva unitariamente (sì, avete letto bene!) dal mondo dell’impresa. Unitariamente, ma distintamente, come è ormai uso nel settore.

Se Assiv ha infatti mandato una lettera a tutti i Prefetti per sollecitare la convocazione dei promessi “stati generali” con le varie autorità che si occupano di controlli (Carabinieri, GdF, agenzie delle Entrate, Ispettorati del Lavoro, etc), Federsicurezza ha chiesto lumi direttamente a Ministero, Prefettura e Questura rappresentati nella tavola rotonda di www.vigilanzaprivataonline.com del 19 settembre.

Queste le richieste avanzate a quel tavolo:

1) un provvedimento legislativo che elenchi le voci di costo minime inderogabili, che non possono essere limitate al costo uomo previsto dalle tabelle di congruità, né dovranno essere articolate come le ormai pensionate tariffe di legalità, ma che devono comprendere altri costi egualmente inderogabili come la sicurezza sul lavoro, ma anche il costo di determinate strutture, capacità finanziarie o certificazioni che il DM 269/2010, in molti casi, impone come obbligatorie ai fini dello stesso mantenimento della licenza. Esiste peraltro una sponda giuridica alla quale appoggiarsi: lo stesso DPR 153/2008 delega ad un successivo decreto del Ministero la definizione degli elementi che compongono il costo minimo della vigilanza privata;

2) che il DM sulla formazione venga rapidamente messo in cantiere;

3) che venga data ferma attuazione alle parti immediatamente operative del DM, a partire dall’esclusiva di guardie giurate per la protezione di obiettivi sensibili (a proposito: i campi fotovoltaici sono siti sensibili?) Nonostante il Decreto Maroni, si sono infatti registrati appalti per servizi di portierato in aree operative riservate alle guardie giurate,anche con stazioni appaltanti pubbliche e nonostante la censura delle competenti Prefetture e l’interessamento di Tar e ACGM.

4) sempre in tema di appalti, sarebbe necessario dare concreta applicazione alla circolare 5/2011 emanata del ministero del Lavoro, che richiede, tra l’altro, l’applicazione della tabella dei costi della vigilanza privata del D.M. 8 luglio 2009, oltre ad imporre alle stazioni appaltanti il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Chissà se si riuscirà ad inserirla in qualche Decreto in itinere?

5) che le autorità periferiche assicurino un comportamento uniforme su tutto il territorio nazionale. Nonostante il vademecum operativo emanato dall’amministrazione centrale, infatti, alcune prefetture hanno sostanzialmente bloccato tutte le pratiche, mentre altre, al contrario, hanno rilasciato un numero esorbitante di licenze (con conseguenti rischi in termini di concorrenza sleale).

C’è infine un grosso problema sanzionatorio-giudiziario, per cui anche l’Istituto a cui venga sospesa la licenza per illeciti gravissimi, finisce per fare ricorso al Tar e vincere, continuando indisturbato ad inquinare il mercato. Bisognerebbe riflettere anche su questo aspetto, benché la questione investa indubbiamente più amministrazioni, più istituti, e in generale un modus, ahinoi, tutto italiano.

Il Viceprefetto Laura Cassio, presente alla tavola rotonda di www.vigilanzaprivataonline.com  in rappresentanza del ministero dell’Interno, ha assicurato che il vademecum era solo il primo passo di un dialogo che vuole essere costante con le forze che producono sicurezza sussidiaria nel paese.
Presto verranno quindi convocati i sollecitati tavoli di confronto degli “stati generali”.
Per il DM sulla formazione, è invece già partita la prima convocazione per il prossimo 11 ottobre: in quella sede si potrà aprire un reale confronto sullo stato dell’arte.

E proprio facendo riferimento all’appuntamento dell’11 ottobre Federsicurezza ha inviato all’On. Alfredo Mantovano una lettera nella quale si richiama la disomogeneità applicativa del DM sul territorio e la tuttora vigente egemonia dei “network” (con dumping da allarme rosso). In questo scenario, sommato alle recenti attribuzioni alle guardie giurate di nuove funzioni sussidiarie (vedi antipirateria, ma anche mille occhi sulla città), Federsicurezza chiede di dar vita a dei road show  per chiarire, su macro aree territoriali, stato e modalità di adeguamento al DM capacità tecnica.

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