CCNL vigilanza privata: urge ricomporre il tavolo

26 Lug 2011

di Ilaria Garaffoni

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Mentre le guardie giurate protestano a Roma per il rinnovo di un contratto collettivo di lavoro ormai scaduto da trenta mesi, il tavolo della vigilanza privata prosegue.
Un po’ a spizzichi e bocconi, ma va pur sempre avanti.
Negli ultimi incontri si è discusso di orario di lavoro, flessibilità e trattamento economico della malattia in un tavolo che ha visto Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs -UIL confrontarsi con la sola Federsicurezza. Assenti ASSIV e Cooperazione per divergenze sulla questione dei portierati (ASSIV li vuole dentro al contratto, Federsicurezza li vuole fuori e la Cooperazione, nel caos generale, è in pausa di riflessione).

Ciliegina sulla torta: qualcuno annuncia che la spaccatura della parte datoriale nasconderebbe fratture secolari e cicatrici molto più profonde e sul web si annunciano improbabili alleanze, a partire dall’UGL che sosterrebbe l’ASSIV (?!)…Un pasticcio generale che esige qualche chiarimento.

Luigi Gabriele, Presidente di Federsicurezza, ci ha rilasciato una dichiarazione inequivoca:

Federsicurezza intende rinnovare il CCNL per i dipendenti da Istituti di Vigilanza Privata scaduto il 31 Dicembre 2008, compatibilmente con le disponibilità di bilancio di chi rappresenta.
Federsicurezza non intende includere nello stesso profili di “portierato”, per i quali richiede una specifica disciplina parallela e auspica, in un possibile futuro, la creazione di uno strumento modulare per la filiera della sicurezza”.

Ma che succede? Le imprese hanno davvero visioni politiche così distanti tra loro da diventare inconciliabili anche in sede di discussione tecnica? L’abbiamo chiesto a Marco Stratta, Segretario Generale di ANIVP, associazione di categoria federata Federsicurezza.

Stratta, il tavolo si è fermato sulla disciplina dei portieri, la parte datoriale si è divisa, è successo di tutto.
Ma perché non volete regolamentare i portieri all’interno del CCNL della vigilanza privata?

Non si tratta di avere diverse “visioni del mondo”: è una mera questione di opportunità da dare alle aziende che operano nel comparto della vigilanza privata. I portieri sono disciplinati già da una pletora di contratti: a nostro giudizio, inserire le figure disarmate all’interno del CCNL della vigilanza privata rischia di portare fuori mercato le aziende che operano con questi servizi.
E, considerato che è impossibile che i portieri trovino all’interno del CCNL della vigilanza privata una disciplina più concorrenziale rispetto alle altre forme già regolate, un inserimento di queste figure nell’articolato della vigilanza non potrebbe che portare difficoltà e crisi.
Aggiungo che il nostro settore presenta una disciplina di secondo livello territoriale ampiamente diffusa (con i relativi costi), quindi, inserendo la disciplina delle figure disarmate all’interno del contratto sulla vigilanza privata, ci si porterebbe dietro anche la contrattazione territoriale…cosa che i contratti ai quali ora ci si riferisce, invece, non hanno.
In sintesi: non si tratta di una frattura politica, ma semplicemente di non tirarsi la zappa sui piedi da soli.

…che è un po’ quello che dice l’UGL, che afferma di non volere una declaratoria delle figure disarmate all’interno del CCNL sulla vigilanza privata. Scusi, ma allora l’UGL sta dalla vostra parte, non da quella dell’ASSIV, come è stato riportato…

UGL ha sottoscritto un contratto che disciplina alcune figure periferiche rispetto alla vigilanza privata (ad esclusione degli investigatori e degli informatori commerciali, che rientrano nell’alveo dell’art.134 TULPS), quindi non vedo che interesse potrebbe avere a regolamentare all’interno del CCNL della vigilanza privata le stesse figure …che ha già disciplinato in un suo contratto. Mi viene piuttosto da pensare che si tratti di un’interpretazione affrettata, da parte di qualche media, delle dichiarazioni rese da UGL.
Dato che siamo in tema di informazione, nelle ultime settimane alcuni media del settore hanno mostrato una particolare acredine verso le posizioni di Federsicurezza e questo – giova ricordarlo – certamente non aiuta nella composizione della vicenda.

Finora abbiamo chiarito cosa viene in tasca ai datori di lavoro dal fatto di mantenere il portierato fuori dal CCNL della vigilanza privata. E le guardie giurate che aspettano un rinnovo da 30 mesi, cosa ci guadagnano?

Per loro non cambierebbe di fatto nulla. A parte il fatto che disciplinare i portieri nello stesso contratto delle gpg sarebbe un po’ come dire all’utenza, soprattutto a quella d’appalto (quindi pubblica), che queste due figure viaggiano su un binario non certo uguale, ma del tutto equiparato.
Il timore è che si possano in qualche modo legittimare le stazioni appaltanti nell’elaborazione di capitolati di gara che riducano sempre di più la presenza della vigilanza privata.

Finora lei ha parlato di un tavolo di negoziazione: ma le trattative proseguono sì o no?

Il tavolo sta andando avanti, anche perché alcune date erano state calendarizzate prima che ASSIV e la Cooperazione abbandonassero il tavolo. E poi, parliamoci chiaro: non sono certo Federsicurezza o le Associazioni che la compongono ad aver rotto il tavolo o creato fratture insanabili. Noi ci siamo sempre dichiarati disponibili a definire il CCNL della vigilanza privata. Certo sono state fatte anche altre considerazioni, ma il tavolo della vigilanza privata è stato da noi sempre presidiato e lo sarà fino in fondo.

Quindi il tavolo prosegue attualmente con Federsicurezza e i tre sindacati confederali. Ma se il tavolo dovesse proseguire in questa “formula monca”, potrebbe comunque portare ad un rinnovo, anche in assenza di parti importanti della negoziazione?

Un tavolo monco fa male al settore, anche per una mera questione di gestione (pensiamo solo all’EBINVIP). Il tavolo si è rotto non a seguito di un confronto diretto, ma per una serie di considerazioni riportate indirettamente, e in parte malamente: il primo passo sarebbe quindi quello di sedersi a un tavolo e trovare tra noi i chiarimenti necessari.
ANIVP, per parte sua, auspica una rapida ricomposizione del tavolo, fermo restando che se i sindacati vorranno proseguire a trattare anche con questa composizione, naturalmente non ci tireremo indietro.

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