Anche Legacoop dice no ai network

01 Dic 2010

di Ilaria Garaffoni

legacoop

ROMA – Anche Legacoop Servizi informa sui rischi che comporta per la committenza bancaria, primaria utilizzatrice dei network nella vigilanza privata, l’acquisto dei servizi di sicurezza tramite intermediari. La questione, sollevata in passato dall’Associazione e riportata all’attenzione in questi giorni da ASSIV a causa dei recenti fatti accaduti, rischia di danneggiare le banche in termini sia di reputazione e credibilità, sia di responsabilità solidale e riduzione dei livelli qualitativi offerti.

Legacoop Servizi ricorda come la scelta di utilizzare intermediari – networks da parte degli Istituti di credito sia guidata unicamente dalla logica del massimo ribasso, a discapito di qualità e affidabilità, ritenuti invece gli unici criteri di scelta possibili dei fornitori all’interno di un settore così delicato.  Di seguito riportiamo la lettera inviata dal Presidente di Legacoop Servizi Ferdinando Palanti a Banca Intesa San Paolo e, per conoscenza, ad ABI e Banca d’Italia.

OGGETTO: Affidamento servizi di sicurezza presso le vostri filiali sull’intero territorio nazionale

Spettabili interlocutori,
desideriamo sottoporre alla Vostra attenzione la necessità di rivedere le modalità di acquisto dei servizi di sicurezza da Voi effettuate tramite i cosiddetti networks ex art. 115 TULPS.
L’affidamento dei servizi di sicurezza non direttamente agli operatori specializzati a tali servizi, tra cui importanti soggetti aderenti alla scrivente associazione, ma a soggetti genericamente general contractor che sub affidano sostanzialmente per intero i servizi da voi affidati, a nostro avviso non si giustifica e determina gravi distorsioni (come i recenti fatti che hanno portato alla sostituzione repentina della STS, uno dei tre networks aggiudicatari dei servizi di vigilanza sull’intero territorio nazionale, a nostro avviso evidenziano). In linea generale, l’utilizzazione di intermediari comprime ingiustificatamente i corrispettivi dovuti agli istituti di vigilanza che realmente realizzano il servizio e determina una deresponsabilizzazione ed inadeguati approfondimenti da parte dei soggetti stipulanti i contratti, rispetto alle condizioni contrattuali e alle necessità operative. La difficile situazione di mercato fa sì tra l’altro che istituti in difficoltà accettino condizioni di prezzo e contrattuali non remunerative, o addirittura in perdita, ritenendolo un male minore rispetto ad una contrazione del fatturato, con potenziali, e non solo potenziali, effetti a valle sul rispetto, nei confronti del personale, dei CCNL, della contribuzione obbligatoria e della normativa in materia di sicurezza del lavoro. Tutto ciò ci pare debba richiedere un urgente ripensamento da parte Vostra, vista anche la delicatezza dei servizi di cui trattasi (in particolare servizi di sicurezza, di trasporto valori e che di contazione) ed i rischi oggettivi di applicazione della responsabilità solidale, di immagine che grava di conseguenza sulla committenza bancaria, per tacere dei rischi concernenti tesoreria e contazione e relativi livelli qualitativi.
La nostra associazione, unitamente alle altre organizzazioni rappresentative del settore, sarebbe molto lieta poter aprire un confronto con Voi, nel quale esporre con maggiore chiarezza la situazione sopra delineata con l’obiettivo di individuare le possibili soluzioni.
A disposizione per i chiarimenti del caso e in attesa di un vostro cortese riscontro, inviamo i più distinti saluti.

Il Presidente Ferdinando Palanti

Leggi qui la lettera inviata a Banca Intesa, ABI e Banca d’Italia dall’ASSIV.

 

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