Le guardie giurate aderenti ad ANGGI, Associazione Nazionale Guardie Giurate Italiane, non soddisfatte delle risposte delle Istituzioni del Belpase, hanno deciso di andar dritto al cuore dell’Europa e di scrivere al Presidente della Corte di Giustizia. Motivo dell’interpellanza? La qualifica di Polizia giudiziaria.
Se in Francia, Belgio e Spagna, come appurato dall’ANGGI, le guardie giurate hanno compiti di Polizia Giudiziaria e se anche alcune Cassazioni hanno confermato che lo status giuridico da attribuirsi alle guardie nell’espletamento delle proprie funzioni è quello di agente di polizia giudiziaria, perchè le guardie giurate italiane non dovrebbero avere la qualifica di Polizia giudiziaria nell’espletamento delle proprie funzioni?
Se così fosse, prosegue la lettera dell’ANGGI, le guardie giurate potrebbero (con il dovuto addestramento e previo concorso pubblico) arrestare malviventi ed ammanettarli in caso di necessità, ma anche disporre di vetture conformi al tipo di servizio espletato, ossia dotate di segnalatori acustici e lampeggianti. E soprattutto potrebbero – o meglio dovrebbero – essere remunerate in misura seriamente correlata ai rischi quotidianamente corsi.